Teatro

Favola. C'era una volta una bambina e dico c'era perché ora non c'è più

Favola. C'era una volta una bambina e dico c'era perché ora non c'è più

Filippo Timi sta diventando velocemente un artista cult: tutti lo amano, tutto lo vanno a vedere. E arriva dal vivo a Milano sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti, dal 21 marzo fino al 10 aprile, per raccontare una Favola, assieme a Lucia Mascino. Non si tratta però di quelle belle, in cui tutti vissero felici e contenti.

Ecco come la presentano: ‘Nessuna Favola è mai perfetta come sembra, per quanto imbalsamata tu possa resistere dietro la bugia di un sorriso, la vita, carnosa, brutale, spietata, una notte magica di Natale busserà alla tua porta e nulla sarà mai più come prima…’. Viene paura? Non abbastanza!

Filippo interpreta il ruolo della signora Fairytale, che in inglese significa ‘racconto fiabesco’ ovvero la favola e accanto a lei-lui c’è la signora Emerald, interpretata da Lucia Mascino. Sono due giovani donne americane del secolo scorso, negli anni '50 circa, quando proprio dagli Stati Uniti ci arrivavano le impressioni di una borghesia democratica, felice, benestante, senza problemi...

Un po’ Frank Capra, del tipo ‘La vita è una cosa meravigliosa’ e un po’ Hitchcock, del tipo ‘L'ombra del dubbio’, rigorosamente in bianco e nero sui nostri piccoli teleschermi o in qualche cinema per sognare o spaventarsi artificialmente oltre mezzo secolo fa, qui le due signore sono dei veri mostri, ben camuffate da brave personcine..

Ognuna delle due si crede di essere la migliore delle mogli, rose in giardino, torta di mele profumata in tavola, unghie laccate e curate ma, al momento di restare in dolce attesa, spunta l’imprevisto. Timi non solo ha scritto la drammaturgia, tratta da un libro omonimo di Stefano Massaron, non solo recita ma anche dirige con cinematografica accuratezza la commedia horror, che si dipana tra innocenza violata, mostri, orchi e sangue.

Filippo Timi ha scelto una sfida  molto dura col pubblico presentandosi nei panni di una donna seducente, che lo ha costretto a sedute di depilazione con ceretta su tutto il corpo, l’uso dei tacchi alti e di un corsetto che gli cinge la vita per far risaltare il busto, più il make up e la parrucca. Ma non solo: si presenta come un angelo, dall’aspetto incantevole, disposto a occuparsi dei bisogno dei più diseredati, in un quartiere periferico e si rivela come un mostro e urla che non bisogna mai fidarsi nè delle apparenze nè delle favole.

Abbiamo alcune battute originali da proporvi:

Mrs Emerald: Dobbiamo imparare ad essere cattive.

Mrs Fairytale: Come posso mettere al mondo un figlio senza insegnargli ad essere cattivo? Non dico malvagio, ma almeno cattivo quel tanto che basta per pretendere di essere felice.

Mrs Emerald: Ho paura, ti prego abbracciami.

Mrs Fairytale: Vieni qui, Tesoro mio…